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UZBEKISTAN
PROJECT
Sono
le 6 di mattina di giovedì 21 agosto, l'aeroporto di Bolzano
è ancora chiuso e
il primo volo per Roma partirà tra 40 minuti. Ancora con la
mente nella torcida
brasileira (fresco rientro datato 18/8) attendo di imbarcarmi per
la
capitale, da cui partirò per raggiungere un paese misterioso,
probabilmente
ignoto ai più: l'Uzbekistan!
Questo non
è un viaggio come
tutti gli altri, il divertimento e la spensieratezza passeranno in
secondo
piano, questo è un viaggio di lavoro, in cui non sai cosa ti
aspetta, sai
soltanto che devi svolgere un determinato compito e che questo
potrà risultare
più o meno semplice a seconda delle persone che incontrerai e
degli imprevisti
che regolarmente ti si presenteranno.
Ma cosa andrà
mai a fare uno in
Uzbekistan? La ditta per cui sto attualmente lavorando opera nel
settore
dell'Atmosfera Controllata da oltre 40 anni, con clienti in ogni angolo
del
pianeta. Nel caso in questione abbiamo sviluppato il progetto di un
grande
magazzino di conservazione della frutta a Samarqand e ora, dopo
mesi di
lavoro a tavolino, è finalmente iniziata la fase di
realizzazione in cantiere,
il che implica la nostra presenza sul posto in qualità di
consulenti. In questa
trasferta affianco un collega di nome Rolando,
che da oltre 30 anni gira in lungo
e in
largo, da un estremo all'altro del pianeta senza tregua, senza un
attimo di
respiro. Questo lo ha portato ad acquisire una conoscenza del mondo
che ben
pochi altri possono vantare. Semplicemente un grande!
Il volo Roma-Tashkent
è di breve
durata (6 ore) e alle 21 ora locale atterriamo nella capitale uzbeka,
quando in
Italia sono ancora le 18. Vitto, alloggio e spostamenti sono
completamente a
carico del cliente e così all'aeroporto troviamo due persone che
prontamente ci
accompagnano in uno degli hotel più rinomati della zona. Durante
il breve
tragitto balza subito all'occhio la struttura urbanistica della
città, basata
su ampi spazi aperti, abitazioni sparse tra grandi viali alberati,
parchi ed
enormi fontane, con la conseguente distribuzione degli oltre due
milioni
d'abitanti su una vasta area urbana. L'architettura dei palazzi
è una chiara
testimonianza dell'influenza sovietica che ha subito questa
città, sede del
potere politico russo in Uzbekistan per oltre 70 anni.
In albergo c'è
un vivace movimento di gente
straniera, organizzata in gruppi divisi per nazionalità. Sono
infatti in
fermento i preparativi per il Festival Internazionale della Musica, manifestazione che
si terrà
nei prossimi giorni a Samarqand e che richiama in
Uzbekistan
persone di diversa provenienza. Ma la mia attenzione
è
ben presto
calamitata dalle bellezze locali di chiara origine russa: statuarie,
more o
bionde, in abiti eleganti e provocanti con vertiginosi tacchi a spillo,
appena
entrate in albergo si dirigono prontamente verso l'ultimo piano del
palazzo.
Bene, dopo cena so già dove mi recherò...
Il discopub
all'ultimo piano non
delude le aspettative, anche se l'insegna night all'ingresso
lascia
facilmente intuire la natura del locale. Da quell'altezza si godrebbe
una bella
vista notturna sulla città, ma ben altra è la vista di
cui sto godendo! Uno
sguardo ammiccante sulla pista da ballo e presto mi trovo al bancone
con una
mora ed una bionda; tra un bicchiere di vodka e l'altro arriva la
fatidica
domanda <<Cerchi compagnia per questa sera?
100$ e veniamo
entrambe in
stanza con te per tutta la notte>> - <<Proposta
decisamente
interessante, come posso dire di no?>> Anche
se sono
veramente
tentato so che rifiuterò, visto che comunque non mi piace
pagare, non tanto per
una questione di "portafoglio", ma più che altro per una
questione di
principio. Idealismo? Forse, ma intanto con queste due signorine voglio
un po'
divertirmi "verbalmente", vediamo se riesco a provocarle... <<Mi
piacerebbe guardarvi fare l'amore l'una con l'altra, lesbicare in
modo...>>
Queste con un sorrisino malizioso mi fanno intendere che sarebbero ben
disposte! Prima che rinunci ai miei sani principi è meglio
tornare in stanza e
pensare alla giornata lavorativa di domani....
Sveglia alle 7, rapida
colazione e quindi
partenza in macchina verso Samarqand, con trasferimento
organizzato dal
cliente con tanto d'autista personale. Percorriamo i 300 km che
separano le due
città in circa quattro ore e lungo il percorso balza all'occhio
la
desolazione e la
povertà che regnano al di fuori dei centri urbani, dove la gente
vive in una
società rurale in cui il mezzo di spostamento più comune
pare essere ancora il
carretto trainato da asini o buoi. Ai lati della strada si susseguono
vaste
piantagioni di cotone, di cui l'Uzbekistan è il secondo
esportatore mondiale, e
innumerevoli bancarelle che vendono angurie, pane ed altri generi
alimentari.
Man mano che avanziamo verso Samarqand le coltivazioni lasciano
il posto
ad un'arida steppa di pietre e sterpaglie, dove non cade una goccia
d'acqua
dalla bellezza di quattro mesi. Il torrido sole di mezzogiorno non
perdona,
ma
fortunatamente il basso tasso d'umidità rende comunque l'aria
respirabile.
Entrando a Samarqand si intuisce che questo
non è un posto
qualsiasi! Una delle
città più antiche dell'Asia (fondata nel VI-V sec. A.C.),
è stata a lungo il
principale centro economico e culturale del Medio Oriente, favorita
inoltre
dalla posizione strategica sulla Via della Seta ha visto
passare per
secoli i traffici commerciali tra Europa e Cina. Questa terra è
stata sotto il
dominio di svariati popoli: Persiani (V sec. A.C.), Macedoni di Alessandro
Magno (IV sec. D.C.), Turchi (V-VI), Arabi (VII-VIII), Iraniani
(IX-X) e
quindi ancora Turchi (XI-XII), Mongoli di Gengis Khan
(XIII-XIV),
conoscendo poi il periodo di massimo splendore sotto il comando del
grande Amir
Timur, ancora oggi considerato l'eroe nazionale. Nativo di questa
terra,
fondò un esercito con cui spazzò via i Mongoli,
stabilendo poi a Samarqand
il centro del suo impero. Ricordato per la propria ferocia di
guerriero, seppe
comunque promuovere arte e cultura, i cui risultati sono ancora oggi
visibili
agli occhi meravigliati di chi arriva qui. Moschee, madrase (scuole
dell'Islam), cupole, minareti presentano intricati ornamenti, raffinati
mosaici
e rivestimenti in oro e pregiata maiolica. Ampi spazi ben proporzionati
e
diversi giardini fanno da sfondo a quella che è considerata una
delle massime
espressioni dell'arte islamica, ovvero la Registan Square, una
piazza
circondata da tre madrase: la Ulugh Bek, la Sher Dor e
la Tillya
Kari.
L'avvicendarsi di
così tante genti di
diverse origini si riflette nei tratti somatici degli uzbeki, le cui
fattezze
costituiscono essenzialmente un incrocio tra il cinese ed il medio
orientale:
capello nero, carnagione scura, sopracciglio ben marcato e occhio a
mandorla
appena accennato. Lascia alquanto a desiderare l'abbigliamento tipico
delle
donne, che vede in una lunga pelandrana dai vivaci colori e dai motivi
floreali
l'abito più gettonato. Diverso è il discorso da fare per
la popolazione di
origine russa, che nel corso di oltre 70 anni di domino ha sempre
mantenuto
inalterata la propria identità culturale e sociale. Gli
ex-sovietici
costituiscono la netta minoranza della popolazione (circa il 10%) e
sono
prevalentemente concentrati nella capitale, dove tutt'ora detengono il
potere
politico ed economico del paese.
L'impresa per cui è in
corso di realizzazione il
magazzino a Samarqand
è di matrice russa con partecipazione svizzera e, da quel poco
che è trasparso,
sembra che paghi con soldi
di provenienza ignota... Il nostro cliente diretto rappresenta
l'intermediario
nei confronti del cliente finale, a cui rivende l'impianto in Atmosfera
Controllata acquistato da noi e l'impianto frigorifero di propria
realizzazione.
Il cantiere è situato in aperta campagna alla periferia della
città e vi
arriviamo ogni mattina accompagnati da alcuni collaboratori del nostro
cliente.
I lavori proseguono decisamente a rilento, per cause imputabili sia
alla
mancanza di attrezzature adeguate che alla scarsa capacità di
organizzazione da parte del cliente, a cui in ultima analisi spetta la
direzione
dei lavori. Con gli operai, tutti locali, risulta piuttosto complicato
comunicare, comunque riusciamo a farci capire un po' a gesti, un po'
con
l'ausilio dei collaboratori che fungono da interpreti.
Pranziamo regolarmente
con alcune delle
persone che lavorano in cantiere e discutendo con loro emergono alcuni
aspetti
tipici, purtroppo, della cultura musulmana: matrimoni combinati e
società
maschilista in cui gli uomini dettano le regole, talvolta anche con la
violenza. La donna qui non ha l'obbligo di coprirsi il volto, ma per
esempio
assai di rado le è permesso di uscire di casa alla sera dopo una
data ora...
certo che sti poveri polli di uomini si tirano proprio la zappa sui
piedi, ma
probabilmente sanno in ogni caso dove andare a trovare da divertirsi...
La sera
qui è quindi un po' magra e non mi resta che ripiegare sul
centro storico, dove
comunque in questo periodo c'è un vivace via vai di persone
attirate dal
Festival Internazionale della Musica e dai preparativi per la festa
dell'Indipendenza dall'Unione Sovietica (1° settembre 1991), che si
terrà la
settimana prossima.
Dalla stanza dell'albergo si sentono le note dei
gruppi
musicali in esibizione a Registan Square... scendo in strada e
poco più
tardi mi trovo seduto sui gradini degli spalti dove si tengono i
concerti. La
spettacolare vista by night della famosa piazza, la melodia
mistica di
un sound orientale, le facce e i colori delle tante razze presenti e
per un
momento provo la bellezza di sentirsi un "cittadino del mondo", di
far parte di un qualcosa che è molto di più della piccola
società in cui siamo
abituati a vivere quotidianamente!
La sera seguente siamo fuori a
cena con Dimitry, Bakhodir e Vologia,
tutti dipendenti del cliente. Fedeli alla loro tradizione di grandi
bevitori,
inanellano bicchieri di vodka uno dopo l'altro! Entro anch'io in questo
giro
vizioso, ma ben presto me ne tiro fuori per non rovinarmi la cena, di
per sè
già poco invitante poichè sempre a base della solita
carne accompagnata da
verdure più o meno buone (assolutamente immangiabile la petruska).
<<Ecco, se smetti di bere non sei un uomo!>>
mi
sento dire
con tono ben poco scherzoso. <<Tranquilli, la
notte è
ancora lunga...
vi aspetto dopo in discoteca!>> replico.
Questi sorridono con
tono da
sfottio, ma evidentemente non sanno con chi hanno a che fare...
Più tardi, al
discopub dell'hotel, mi divido tra un ballo con una signorina del posto
(di
chiare origini mediorientali) ed un bicchiere offertomi da Bakhodir
e Dimitry...
un bicchiere tira l'altro e alla fine sul tavolino collezioniamo
diversi
"vuoti di bottiglia"! La mattina seguente alle 7:45 io mi trovo
regolarmente all'appuntamento, i due che se la ridevano a cena si
presentano
con oltre un'ora di ritardo...
A parte questo
divertente confronto devo
ammettere che si rivelano delle persone in gamba. La sera seguente
passano a
prendermi in albergo dopo cena e quindi mi portano a fare un giro
turistico del
centro storico della città. Visitiamo il Mausoleo di Amir
Timur, in cui
sono conservati i resti del grande condottiero e di alcuni suoi
discendenti.
Queste le profetiche parole di un antico detto uzbeko: <<Chiunque oserà profanare i
resti di
Amir sveglierà gli spiriti della guerra...>> Un'equipe
di
archeologi russi nel 1941 irruppe nel mausoleo e, non curante di questo
avvertimento inciso sulla pietra, aprì la tomba per prelevare le
spoglie ed
inviarle a Leningrado per alcune analisi... due giorni più
tardi,
il 22 giugno,
Hitler invase la Russia!
In seguito entriamo in tutta segretezza (siamo ampiamente fuori orario
visitatori) in una delle più antiche moschee dell'Islam. Indosso
abito e
copricapo usualmente destinati al muezzin, mi siedo a gambe incrociate
rigorosamente
rivolto verso La Mecca e ascolto la preghiera recitata dalla
guida che
ci ha fatto entrare... <<Chi sa che diavolo
starà
borbottando>> penso tra me e me. All'uscita Dimitry
e Bakhodir
mi
conducono nel
cortile della moschea, dove si trovano diversi botteghini che vendono
oggetti e
abiti realizzati abilmente dalla stessa mano di chi li vende. Insistono
affinché accetti un loro regalo in segno d'amicizia e
così alla fine tornerò a
casa con un simpatico souvenir uzbeko.
È proprio brava gente
come loro stessi
tengono a sottolineare: <<Qui siamo tutti
delle buone persone,
gli
unici bastardi sono i politici che tengono tutto per sè e
lasciano morire la
gente di fame>>. Nel dirmi ciò
abbassano con
circospezione il tono di
voce e spengono attentamente il cellulare. Impressionante!! Un buio
passato non
si cancella tanto facilmente! Sulle teste di centinaia di milioni di
persone ha
pesato minacciosa l'ombra della falce, non solo quella idealista del
simbolo
comunista, ma anche quella vera, che ti colpiva e ti uccideva se
solo c'era il dubbio che tu fossi un sovversivo e non la pensassi come
imponeva
il regime politico!
Completato il nostro
compito in cantiere
relativamente a questa visita (ne seguiranno altre 2-3 prima della
conclusione
dei lavori), la mattina di mercoledì 27 agosto si torna a Tashkent,
dove
attenderemo il volo di rientro in Italia per il giorno seguente.
Arriviamo
nella capitale all'ora di pranzo e disponiamo quindi di una mezza
giornata di
libera uscita... sarà un pomeriggio da hunter!
Incomincio in un bazar
dell' hotel con Olga: alta, formosa, bionda con occhi azzurri,
dal buon
inglese e, a quanto pare, ragazza in gamba. Le chiedo cosa può
attirare
l'attenzione di un turista a Tashkent e così, tra un
consiglio a
l'altro, mi intrattengo in una piacevole discussione che alla fine cade
inevitabilmente sull'invito serale... Le propongo il teatro (mai stato
a teatro
in vita mia) poiché il fiuto mi dice che la cosa risulterebbe
stimolante...
infatti, ma purtroppo è già impegnata per questa sera. <<Possiamo
fare
domani, sei ancora qui?>> - <<No,
ma tornerò
tra due
settimane!>> - <<Allora
passa a trovarmi>>.
Nel
salutarla la sorprendo con quel poco di russo che ho imparato: <<я рад
вас видит>> (pronuncia ia rad vas vidit,
traduzione piacere di averti conosciuta).
Ora vediamo cosa ha da
offrire la città in questo caldo
pomeriggio soleggiato, l'ideale per incontrare qualche bella giovane a
passeggio...
Affascinato dalla grazia delle ragazze orientali, mi indirizzo a colpo
sicuro
sulle "belle dagli occhi a mandorla". Dopo qualche divertente
tentativo ostacolato dalla difficoltà di comunicazione, ecco
combinato
l'appuntamento serale con Aua, giovane coreana dal
bell’aspetto.
Dopo
cena la incontro al bar dove lavora e l'atmosfera si fa subito
caliente, questa
sì che promette bene... Dopo un paio d'ore di piacevole
intrattenimento mi invita ad andare a
ballare
con lei e le sorelle, ma purtroppo da qui a poco devo essere in
aeroporto.
Potrei "forzare" la situazione ma tanto riattacco il nastro <<Passo
qui da te tra due settimane ...>>
Al 13 novembre sto ancora aspettando di tornare in
Uzbekistan.
Perché? Problemi
contrattuali. Chissà se mai tornerò e se sarà,
questa volta non dimenticherò la
macchina fotografica!
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